Rendita. Si, ma quale scegliere? La tipica prestazione finale di una forma di previdenza complementare è la conversione in rendita del capitale maturato durante la fase di accumulo e di gestione finanziaria. Le possibilità sono varie e producono risultati differenti.

Quando si accede al requisito pensionistico si apre la possibilità di ricevere le prestazioni finali del piano di previdenza complementare scelto per integrare il trattamento pubblico di quiescenza. La previdenza complementare nasce per produrre quella rendita che teoricamente dovrebbe andare a compensare il gap tra l’ultimo stipendio e il primo assegno di pensione pubblica.

Diventa fondamentale capire quale tipologia di rendita scegliere per cogliere la sua capacità di rispondere all’effettivo fabbisogno, in considerazione del fatto che a tipologia di rendita scelta corrisponde prestazione qualitativa e quantitativa diversa.

Proviamo allora a comporre un quadro di ipotesi possibili previste nei regolamenti delle diverse forme di previdenza complementare.

Rendita vitalizia immediata rivalutabile (senza reversibilità)

Questa tipologia di rendita viene pagata all’aderente finché è in vita. Il pagamento della rendita termina al momento del decesso della persona. Non è prevista alcuna reversibilità a favore di altri soggetti. L’importo si ottiene pertanto applicando il coefficiente di trasformazione previsto rispetto all’età e al sesso della persona pubblicato periodicamente dal Ministero del Lavoro.

Rendita vitalizia immediata rivalutabile certa per 5 anni e poi vitalizia (senza reversibilità)

La rendita in questo caso viene pagata per un periodo minimo di 5 anni anche nel caso in cui, nel frattempo, sopravviene il decesso dell’aderente. Ne beneficeranno in tal caso coloro che sono stati indicati in tal senso. Se, decorsi i 5 anni, l’aderente è ancora in vita la rendita diviene vitalizia. Non è prevista alcuna reversibilità a favore di altri soggetti.

Rendita vitalizia immediata rivalutabile reversibile

Questo tipo di rendita viene pagata all’aderente finché è in vita. Dopo il suo decesso viene pagata al beneficiario da lui designato. Il pagamento della rendita cessa con la morte del beneficiario. In tal caso, il fatto che il capitale maturato debba servire a garantire la prestazione su due (o più teste, nel caso di più beneficiari) l’importo sarà naturalmente inferiore rispetto alla vitalizia non reversibile.

Rendita vitalizia immediata annua rivalutabile con contro assicurazione

Nel caso di specie la rendita viene pagata all’aderente finché è in vita e garantisce la restituzione ai beneficiari del capitale residuo dopo il suo decesso sulla base di una metodologia di calcolo definito a livello di regolamento.

Rendita vitalizia immediata rivalutabile con LTC (long term care)

Questa opzione prevede il pagamento della rendita all’aderente finché è in vita e garantisce, nel caso in cui la persona diventi non autosufficiente per il compimento degli atti quotidiani di vita, una maggiorazione dell’importo finché permane la condizione di non autosufficienza.

Queste cinque casistiche, con possibili differenziazioni tra i vari prodotti previdenziali disponibili sul mercato, coprono diverse esigenze dell’aderente alle forme di previdenza complementare; diviene pertanto fondamentale comprendere quali sono i reali fabbisogni in modo da pianificare correttamente gli strumenti idonei per soddisfarli.

 

 

 

 

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